castelmezzano, la perla delle dolomiti lucane

castelmezzano
terra di templari e di emozioni in volo

La leggenda vuole che il primo nucleo urbano sia stato fondato da Paolino, un pastore deciso a nascondersi tra le montagne per sfuggire alle frequenti incursioni saracene. La radice latina del nome, “Castrum”, ne indica proprio un luogo fortificato. Tuttora, mantiene l’originale impianto medievale.

Castelmezzano fu tappa nei cammini dei cavalieri templari: tracce della loro presenza si riscontrano nella toponomastica delle strade e nello stesso stemma comunale che riproduce il sigillo dell'ordine del Tempio (raffigura due cavalieri in sella a un unico destriero). Il centro storico affascina nel suo insieme: le costruzioni arroccate, i balconi fioriti, scale e scalette e Piazza Emilio Caizzo, una terrazza su un panorama che toglie il fiato. Lo slargo più pittoresco e fotografato, su cui si affaccia la Chiesa di Santa Maria dell'Olmo. La Chiesa, edificata nel XIII sec. in pietra locale, conserva al suo interno una statua lignea trecentesca raffigurante la Madonna con Bambino (detta dell'Olmo), un altare ligneo in stile barocco e una Sacra Famiglia di Girolamo Bresciano, detto il Pietrafesa.

Una particolare scaletta scavata nella roccia conduce a un posto di vedetta, ai ruderi della cinta muraria e dell’antico castello di Castrum Medianum, di origine normanno-svevo. Si arriva nel punto più alto, là dove la vedetta della guarnigione militare sorvegliava la sottostante valle del Basento.

Castelmezzano è anche il cuore del Volo dell'Angelo (www.volodellangelo.com), il primo impianto italiano a moto inerziale e il più lungo di Europa. Rappresenta un grande attrattore per il territorio lucano che da aprile a novembre porta migliaia di visitatori pronti a provare l'emozione di librarsi in aria. Da qui prende il via la linea Paschiere (il punto di partenza si raggiunge con una camminata di 20 minuti, in un ambiente selvaggio e incontaminato; quota di partenza 1019 metri). Abbracciati dal vento, si volta per oltre un minuto e a una velocità di 120 chilometri all’ora fino al paese dirimpettaio di Pietrapertosa. Durante il “viaggio”, sgranando gli occhi, si rimane incantati dal paesaggio. Tutto si muove in fretta: alberi, sentieri, pecore e mucche al pascolo. Persino i falchi pellegrini che sorvolano l'azzurro del cielo. Se si ha il coraggio di aprire gli occhi, lo spettacolo è di quelli indimenticabili: il verde dei boschi s’impregna negli occhi insieme al bianco delle case incastonate nella roccia che “scorrono” come in un film.

Il paese è stato più volte scelto come set cinematografico. Famosa la pellicola "Un paese quasi perfetto", diretto da Massimo Gaudioso (tratta dal remake canadese La grande séduction), con Silvio Orlando, Nando Paone, Fabio Volo. Di successo pure la fiction Rai: “Questo è il mio paese” con Violante Placido che ha interpreta una donna orgogliosa delle proprie origini. Proprio come tutti gli abitanti di questo splendido borgo.


Il nome Castrum Medianum (Castello Mezzano) fortezza Normanna posizionata al centro fra i due Castelli di Pietrapertosa e Brindisi di Montagna. Le origini di Castelmezzano sono datate circa tra il VI ed il V secolo a.C., quando dei coloni Greci penetrarono nella Valle del Basento e fondarono un centro abitato chiamato Maudoro, cioè mondo d'oro. Nel X secolo d.C., le invasioni saracene costrinsero la popolazione locale a trovare una nuova stabilizzazione. Si narra che, durante l'esodo, un pastore chiamato Paolino scoprì un luogo adatto per trasferirsi, formato da rocce ripide dalle cui cime si potevano respingere gli invasori facendo rotolare massi di pietra. Dopo l'occupazione longobarda, vi si insediarono i Normanni tra il XI ed il XIII secolo d.C. e vi costruirono un castello (di cui sono ancora visibili i resti delle mura e la gradinata scavata nella roccia che consentiva l’accesso al punto di vedetta più alto). Fu proprio dal nome del castello (Castrum Medianum, castello di mezzo) che ne derivò quello della cittadina, denominato così per via della sua posizione tra quelli di Pietrapertosa e di Albano di Lucania. Con i Normanni, Castelmezzano visse un periodo di pace e di sviluppo, con gli Angioini conobbe un forte declino. Nel 1310, il comune venne affidato alla Diocesi di Potenza e nel 1324 a quella di Acerenza. Con l'arrivo degli Aragonesi, tra il XIV ed il XVI secolo, numerosi proprietari terrieri ricevettero come feudo Castelmezzano, sebbene le condizioni economiche e sociali rimasero perlopiù invariate. Solamente con la nomina del barone Giovanni Antonio De Leonardis (la cui famiglia governò la cittadina dal 1580 al 1686), ci fu un certo sviluppo. Successivamente, passò per via nuziale ai De Lerma, ai quali rimase fino al 1805, epoca in cui il feudalesimo era in estinzione nel sud Italia. Nel XIX secolo, Castelmezzano fu toccata dal fenomeno del brigantaggio. Grazie proprio alla sua collocazione territoriale costituita da nascondigli naturali tra le rocce e vegetazioni rigogliose, fu un rifugio ideale per numerosi briganti. Alla fine del secolo, il comune subì un forte fenomeno migratorio, che spinse numerose famiglie a trasferirsi oltreoceano.

lo stemma

L’icona stilizza due cavalieri su un unico cavallo in assetto di guerra; si narra che per la vittoria riportata in Terra Santa, Boemonte, Principe di Taranto, premiò i suoi due soli valorosi guerrieri Castelmezzanesi, fregiandoli con lo stemma con il quale avevano combattuto nelle Crociate.

Lo stemma templare
La magia che suggerisce questo luogo nasce soprattutto dal suo trascorso storico, la città era infatti magione templare. A testimonianza di ciò vi sono varie simbologie distribuite in tutto il paese, prima tra esse un elemento di fondamentale importanza: lo stemma del paese.
Esso rappresenta lo stemma dei Templari vero e proprio perché riporta due cavalieri su un unico cavallo.
Questo simbolo ha da sempre identificato l’Ordine, dato che riassumeva in un’immagine la povertà e la carità (la condivisione di un unico cavallo) e la dualità spirituale, il bianco e il nero, il bene e il male, necessari entrambi per ottenere la conoscenza assoluta. Adamo ed Eva, nati e cresciuti nel Bene, ebbero la conoscenza assoluta non appena assaggiarono la mela del peccato giungendo a toccare la conoscenza assoluta non appena capirono l’essenza del male. La luce illumina e sconfigge il buio, ma senza di esso non potrebbe esistere. Per questo il concetto di bianco e nero era così caro ai Templari, perché il vero cammino dell’iniziato nascendo dall’oscurità, dopo una serie di prove  avrebbe finalmente raggiunto la luce del Bene assoluto. Un cammino di Adamo ed Eva… al contrario! I due cavalieri nello stemma della città potrebbero anche essere i due crociati che partirono alla conquista della Terrasanta verso l’anno mille.
E Castelmezzano, un luogo che sembra semplice e umile, detiene a effige del proprio comune l’autentico simbolo templare… e in questo caso non solo vi sono due cavalieri su un unico cavallo, ma uno dei due è moro.

CASTELMEZZANO DI BASILICATA

C'è un paese fuori dal tunnel
una 
visione di tetti e di case
spalmata sul verde come la pagina

di un vecchio libro illustrato.

Sovrasta il paese una cinta rocciosa
emersa dalla cresta del monte
scogli adunchi che sembrano dire
qui noi stiamo di guardia.

Quando passa una nuvola bianca
nell'azzurro disoccupato
la pietra si veste di mistero.

C'è un paese assolato e assoluto
sospeso tra cielo e vallata
è Castelmezzano di Basilicata.


Luciano Erba